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Dalla metropoli al villaggio: due universi…

Ibicuitaba, 17.2.2012
L’alba porta la prima pioggia. Non una pioggia qualunque, ma la prima dell’anno, sospirata, invocata, agognata come un regalo del Cielo. Dovevi vedere il signor Assis, ieri sera, gli occhi incollati al cielo, un abbozzo di sorriso compiaciuto, scommettere con il vicino (o con se stesso?): “Stanotte piove!”. Ed io, ingenuo!, a insinuare il dubbio: “Ma ne sei sicuro? Quali i segnali? Come si riconosce?”. E lui a guadarmi come un miscredente. O un ignorante? “Si vede da laggiù. Non vedi il cielo come è carico? Non vedi quelle nuvole scure e dense?”.
Devi sapere che questo è lo stato del Brasile più malato di siccità cronica. Ci sono degli anni che, per la pioggia insufficiente non si raccoglie niente nei campi. Allora si tira la cinghia, si svende il bestiame (300.000 capi quest’anno), aumentano i prezzi. Questo è lo stato per il quale i politici hanno inventato “l’industria della siccità”. Cioè: progetti faraonici, dirottamenti di fiumi, dighe, pozzi, una cisterna per famiglia, ecc. Invece della pioggia corrono soldi a fiumi. Senza mai portare la soluzione alla radice del problema: disboscamento, alterazione del clima, devastazione, ecc.ibicuitaba

Intanto, adesso, la pioggia cade ad intervalli. E’ già il quinto scroscio. Una musica che scende dal Cielo, suonata da dita invisibili. C’è qualche Mozart, qualche Rossini nascosto tra le nuvole? Adesso è un allegretto, poco fa era andante mosso, poi era leggera come la pastorale di Beethoven. A tratti robusta come la cavalleria rusticana, quasi violenta. La musica del Cielo!
Nell’oscurità mi pare di vedere il volto sorridente, gli occhi lucidi del sr. Assis e anche le bestie del sr. Evandro, un allevatore, che, ieri,  ho visto disperato, deciso a vendere l’unica cosa che ha: una decina tra vitelli, pecore e capre. Ero andato con Assis per comprare una capretta. E Lui che offriva, insisteva, forzava. E Assis che tirava sul prezzo. Un tiro alla fune tra due cocciuti, uno per vendere, l’altro per comprare. Ho tagliato la testa al toro, mettendomi a metà strada tra i 70 e i 60 reali: “Vada per 65!”.
E così la capretta è qui fuori, che si gode la pioggia anche lei. Domani nascerà l’erbetta tenera. Assis, lusingato dalla pioggia, ha deciso di comprare  anche l’altra capra pregna e la “doida” (pazzerella) che scornava e saltava senza posa.
L’inverno promette bene. Piove ancora, quasi ininterrottamente. Una pioggerellina soave come mani di fata.
Glielo avevo detto: “Assis: sei fortunato!”. “Perché?”. “Perché c’è un colibri che sta covando sulla soglia della tua casa”. E’ vero. L’abbiamo osservato parecchio. Straordinario! Un batuffolo di uno/due centimetri di penne va e viene su due ovetti grandi come una perla. L’ho osservato a lungo tra le esclamazioni di Luiza e lo stupore di Gianmarco. Come fa a librarsi nell’aria, vincendo la forza di gravità? Quanti battiti d’ala al secondo? Deve essere il passaggio tra l’animale a terra ed il volatile. Gianmarco sorrideva tra un abbaiar di cane e il belare della capretta, che ha accarezzato a lungo. I galli si fanno sentire dall’alba al tramonto.
Siamo passati dalla metropoli di Fortaleza ad un villaggio di 500 abitanti, tanti cani, gatti e rospini che in questo momento cercano l’asciutto dentro casa. Da un universo all’altro. Là si corre, qui si va al rallentatore. Ci pensa il sr. Assis a riempire le serate con le sue storie incantate di serpenti da 27 metri (intendeva palmi?), il racconto edificante del ricco che sfida l’esistenza di Dio e viene punito dal Cielo con la peste dei suoi campi, lo scrigno in fondo al mare (che lui ha visto con i suoi occhi!) pieno d’oro che nessuna catena riesce a portare a riva, ecc. ecc. Il tuto frutto di una sapienza popolare quasi estinta.
Un mondo di folletti e fantasmi, saggezza e dicerie, credenze per stupire ed educare.
La pioggia tace. L’odore della terra inzuppata si spande come un abbraccio che avvolge ogni cosa.
La Vita vive. Respira con i polmoni del cielo. Ansima con le onde dell’oceano a due passi. Il colibrì scalda i nascituri. Domani sarà abbondanza di cibo per tutti.

 
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Brasile il primo paese del BRIC (Brasile, Russia, India, China).

Il Brasile è l'iniziale del famoso acronimo BRIC. Questa nazione insieme alla Russia, all'India e alla Cina costituisce l'associazione delle economie che secondo i migliori economisti stanno cogliendo i migliori frutti della globalizzazione mondiale.
Nel 2012, Hu Jintao, presidente della Cina, descrisse i paesi del BRICS (la "S" perchè nel 2010 si è aggiunto anche il Sud Africa) come  promotori dei paesi in via di sviluppo e una forza per un mondo di pace. BRICS
A parte la Russia queste nazioni sono economie in sviluppo e di recente industrializzazione e si distinguono per una forte e veloce crescita con un enorme influenza sia sugli affari locali che su quelli mondiali. Si valuta che nel 2013 i cinque paesi che rappresentano 3 miliardi della popolazione del nostro pianeta raggiungano un prodotto interno lordo del valore complessivo di 14.900 Miliardi di dollari con un impatto di 4.000 Miliardi sulle riserve delle altre nazioni.(fonte: Fondo Monetario Internazionale).

Ma come si distribuisce la richezza nei paesi del BRICS ?

Iniziamo dal Brasile. (*)

Il Brasile è quasi un continente ed è pieno di contrasti e contraddizioni, un paese ricco di risorse e di poveri.

Il Brasile ricco è la 5^ economia con un PIL di  di 3400  miliardi di dollari con una crescita del 5% annuo
(stima del 2012). Il reddito medio è di 12.000 dollari. Su una popolazione di 200 milioni, 50 milioni ha un potere di acquisto pari alla classe media europea ed è il 3° Paese al mondo per nuovi milionari, dietro Cina e India.

Questa nazione è:

1° produttore al mondo di Soia, Zucchero, Caffè, Arance, Cuoio, Aerei (fino a 100 passeggeri)
2° produttore al mondo di Carne, Ferro, Elicotteri, Centrali Idroelettriche
3° produttore al mondo di Autobus
4° produttore al mondo di Legname e Acciaio

Nel Brasile povero Il 15,3% della popolazione vive sotto la linea di povertà nelle 6.329 favelas e nelle regioni più povere del Brasile (il Nord e il Nord-est).Il governo mira ad azzerare l'indigenza di 9 milioni che vivono con meno di 65 reais (35 euro) al mese.

(*) In seguito analizzeremo la situazione per India e Cina.

 
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FORTALEZA

Sono dall'altra parte del mondo: Fortaleza, la capitale della SICCITA' per gli abitanti di questa capitale,
città turistica per gli stranieri.fortaleza

Ieri sera mi hanno accompagnato sul lungomare della famosa spiaggia Iracema. Una moltitudine
di gente a spasso, tanti turisti, italiani specialmente.
Che contraddizione con gente che trovi distesa per terra, sui marciapiedi in pieno giorno e
nessuno ci fa caso. Io non riesco a difendermi da queste "provocazioni viventi", vado in tilt,
sto male... eppure agli altri passanti pare che la cosa non li riguardi. Non ci fanno caso perché sono
saturi di scene del genere? Ci si abitua a tutto, anche alla vista della miseria?
E perché io non riesco ad abituarmi?
Poi apro il giornale  "Diario do Nordeste" (27.01.2013) e trovo queste belle informazioni:
"L'attuale modello sociale costringe all'estrema miseria diverse fasce della popolazione,
cioè il 49%. Il Cearà è il settimo stato più povero del Brasile. Il 17,8% delle famiglie vive con un
quarto del salario minimo (=200 dollari, circa), mentre la media nazionale è dell'8,5%.

La redazione.

 
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