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Caro Francesco,

cronisti e fotografi studiano ogni tuo movimento, ogni scelta, ogni dettaglio. Non può non stupire un papa che usa calzettoni e scarpe nere, una piccola croce sul petto, rinuncia agli orpelli di rito, al trasporto speciale. Ma è sufficiente per dire che abbiamo un “padre dal cuore di povero”? Noi, impoveriti, ti sentiamo più vicino, come il figlio del falegname che non disdegna di imparare a fare sedie e carriole, di ascoltare storie di pastori, contadini, pescatori, donne perdute. Storie di lievito e farina, di vigne e di fichi, di sementi e di grano, di dramme e di figli perduti.Papa_e_presidente Argentina

Un uomo concreto, pratico, si direbbe. E così ci sembri tu. Uno che va al sodo, uno che rispetta l’uomo, uno che propone, non impone.

Vedi? L’occidente è esausto. I suoi teologi sono stanchi di girare attorno a un Cristo/fantasma, di macinare “chiacchiere spirituali”. Quando si vergogneranno di aver giustificato crociate, conquiste, inquisizioni, guerre mondiali, Auschwitz ed Hiroshima? La loro dottrina non è stata funzionale ieri all’imperatore, oggi al sistema economico globale? Un cristianesimo ridotto a devozioni, pellegrinaggi, elemosine, moralismi potrà mai riempire il cuore dei giovani? papa_sala_nervi

Invano i tuoi predecessori hanno urlato sulle piazze del mondo “spalancate le porte a Cristo”? In oriente non si avvedevano che Cristo era già là da un pezzo con un respiro più ampio, con i sacramenti della tolleranza, del dialogo, della non violenza? Indù, buddisti, bonzi non hanno subito o giustificato campi di sterminio, gulag, idoli ideologici, mercati consumistici, finanze assassine. Non è evidente che l’uomo è più ampio del cristiano?
Che il Cristo prima di appartenere alla cristianità, spetta all’umanità, perché con la prima avrà in comune una religione, con la seconda la sostanza umana? Non è per questo che innalza il pane spezzato e condiviso sull’universo e ne fa la misura dell’uomo? Spalancare le porte a Cristo, quindi, è, prima di tutto, spalancare alla fame di ogni Uomo cuori e coscienze, banche, “borse”, tutti gli IOR, centrali e periferici? Se non c’è l’uomo dove appoggeremo il cristiano? Se non facciamo corpo con ogni nato di donna non rischiamo di fare una setta, di appartenere ad una “parte”, non al “tutto”?

Papa Francesco, per carità, la tua non sia demagogia. Sappiamo che sei di casa nelle favelas, carceri, ospedali. Non ci si muove a proprio agio alle falde del Calvario con  bardamenti pontifici, ermellini, scarpette rosa, copricapo medievali, baciamano, certezze assolute… Ma noi, impoveriti, osiamo chiederti: hanno forse bisogno di te (del tuo supporto, conforto, approvazione/giustificazione!) i cattolici occidentali, sazi ed annoiati, la coscienza al colesterolo, votati al consumismo, drogati di devozioni alla coca-cola, schiavi dello shopping domenicale, idolatri del dio denaro, dell’interesse egoistico, del più produci più guadagni?

L’occidente cristiano ha esaurito la sua funzione di apripista della storia? Se avrai il coraggio di chiamarti “padre di tutti”, come lasciare tra parentesi miliardi di cinesi, 500 milioni di indiani, ecc.?

Il nord del pianeta al tramonto, il sud all’alba di un nuovo cammino per l’umanità?

Ci sono voluti duemila anni per accorgerci che il mondo non è fatto solo di cultura occidentale e verità europee? Non hanno tradizioni e costumi sacrosanti anche i popoli in Cina, Oriente, Africa, Oceania, ecc.? Non è ora di scoprirci fratelli anche come popoli, culture e religioni? Che ognuno di questi è chiamato ad arricchirsi dei valori dell’altro?

Lotte di religione, proselitismi esasperati, concorrenze sleali, “nuove conquiste delle anime” non denunciano la bassa-quota dello spirito umano, non annunciano la necessità del loro superamento, per andare “oltre”, per abbracciare ciò che viene prima dello stesso vangelo, del Corano, dei Veda, ecc.?

Una cupola clericale di stampo occidentale, cultura europea, teologia romana, potrà mai rendersi conto delle esigenze dei suoi figli sparsi per il globo, dagli esquimesi agli indios,  delle loro necessità, sogni ed aspirazioni?

23 cardinali italiani su 115 rendono giustizia alla matematica, alla giustizia distributiva? Invano i Dupuis, i Koenig, i teologi degli ultimi hanno lamentato una curia occidentalizzata, una teologia europeizzata?

Il mondo ti aspetta sulla piazza della storia: spogliati, come Francesco, della protezione/tutela dei popoli arricchiti; rifiuta la loro “paternità”, alleanze, concordati. Se stai con loro come potrai stare con noi? Troppa verità, troppe certezze, troppa teologia non costituiscono sempre un patrimonio di ricchezze negate ai poveri? Butta via lo scettro del potere sulle anime, liberati del fardello insopportabile dell’infallibilità, della presunzione dell’unica vera religione! Non ti basta il titolo di “Uomo”? Come si fa ad amare un monarca, un imperatore spirituale, un maestro assoluto?

Abbiamo accumulato troppi tesori, troppa arte, troppi dogmi? E’ ora di fare spazio per accogliere. Tacere per ascoltare. Farsi poveri per arricchirsi. Come essere fratelli dei poveri, i quali non hanno gendarmi in loro difesa, non godono di rappresentanze diplomatiche (nunziature), non hanno neppure un sindacato né alleanze con i poteri forti che contano (banche, politici, multinazionali)?

Culture, tradizioni, religioni, tribù e clan, tutto ha qualcosa da insegnarci. Quanta ricchezza inesplorata, quanti valori rischiano di essere spazzati via dalla “logica del consenso e dell’omologazione”, dalle nuove schiavitù, che impongono usi e costumi, consumismi, modelli di comportamento?

Invochiamo un papa che si spogli d’ogni cultura riduttiva, della tracotanza dell’unica vera religione, dell’unico salvatore! E’ immaginabile un Cristo geloso della sua verità, esclusivista, detentore dell’unica salvezza?

Certo, noi poveri non siamo costituiti in grazia, siamo figli di Adamo anche noi. Ma chi ci offrirà nuovi stili di vita, nuovi modelli di sviluppo, consumo, condivisione? Il “poverello”, ormai, è ridotto ad un’immaginetta… Siamo noi, popoli impoveriti, i suoi imitatori, i veri seguaci. Suvvia!, vieni con noi, metti la tua tenda nelle baraccopoli, nelle periferie del potere, nei Calvari della guerra, nei popoli/Cenerentola della storia.

A quando un papa indiano, cinese, africano? Per ora ci basterebbe un papa, che segua ed insegua le orme di Francesco nella piazza di Assisi e della storia…


 
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José Pepe Mujica, presidente dell’Uruguay: “Non sono povero…”


L'Uruguay, piccolo Paese “periferico”, raramente i media internazionali ne parlano. È successo l'estate scorsa quando il presidente, José “Pepe” Mujica, ha deciso di tenersi 800 dei 10mila euro che gli spettano, devolvendo il resto ai bisognosi. Dichiara: “Questi soldi mi devono bastare perché ci sono molti Uruguaiani che vivono con molto meno! Mi chiamano il presidente più povero, ma io non mi sento povero.

pepemujicaI poveri sono coloro che lavorano solo per cercare di mantenere uno stile di vita costoso, e vogliono sempre di più. E’ una questione di libertà. Se non si dispone di molti beni allora non c’è bisogno di lavorare per tutta la vita come uno schiavo per sostenerli, e si ha più tempo per se stessi”.Vedere un capo dello stato vivere in campagna dove viveva prima di essere eletto e spostarsi con un Maggiolino del 1970 non è cosa di tutti i giorni. La sua popolarità è del 50%. Le classi medio basse tendono ad identificarsi con la sua personalità; quelle medio alte e conservatrici lo criticano per il fatto di vivere in un mondo a se stante e aver proposto l’aborto e la legalizzazione della cannabis, nonostante rispettino il suo stile di vita.
L'ex guerrigliero tupamaro Pepe Mujica (13 anni trascorsi nelle carceri del regime militare del '73-'85 in condizioni infra-umane), italiano per parte di madre, non è solo, come il brasiliano Lula o il boliviano Evo Morales un uomo che diventa presidente uscendo da un contesto di umili origini, ma è anche un uomo con una vita straordinaria.
La radicalità ha lasciato spazio a un' attitudine e una capacità conciliatrici che tutti, compagni del FA e avversari politici, gli riconoscono. Nel suo primo discorso da presidente ha detto: «Abbiamo appena eletto un governo che non è padrone della verità e che ha bisogno di tutti. Se in alcuni casi il mio temperamento da combattente mi ha fatto dire cose sgradite chiedo perdono per le offese perchè da domani cammineremo insieme». Pepe è un uomo del popolo, con un linguaggio diretto che gli ha procurato più di un problema ma che la gente più umile sente come proprio, un leader carismatico e alternativo nonostante i suoi 74 anni
suonati.

 
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Le ossa dei bambini urlano.

E' disponibile anche in internet un rapporto che è il frutto di un’indagine indipendente, durata sei anni, sulla storia nascosta del genocidio perpetrato ai danni delle popolazioni indigene del Canada; riassume le testimonianze, i documenti ed altri riscontri a riprova che il governo, la chiesa anglicana e cattolica insieme alle corporazioni canadesi sono colpevoli di genocidio intenzionale, in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul Genocidio, che il Canada ratificò nel 1952 e alla quale è vincolata dal diritto internazionale.Papa
Secondo alcune testimonianze  50.000 vittime svanirono, così come i loro cadaveri -“come se non fossero mai esistiti”. Ma esistevano eccome. Erano bambini innocenti, uccisi da percosse e torture e dopo essere stati deliberatamente esposti a tubercolosi e ad altre malattie da dipendenti salariati delle chiese e del governo, in base ad un progetto generale di “Soluzione Finale” concepito dal Dipartimento Affari Indiani e dalle chiese cattolica e protestante.
Con tale approvazione ufficiale del massacro, emanata dpresidente_napolitanoa Ottawa, le chiese responsabili dell’annientamento dei nativi in loco si sentirono incoraggiate e protette a sufficienza da dichiarare per tutto il 20mo secolo una guerra totale alle popolazioni indigene non cristiane.
Le vittime di tale guerra non furono soltanto i 50.000 bambini morti delle scuole residenziali, ma anche i sopravvissuti, la cui attuale condizione sociale è stata descritta dai gruppi per i diritti umani delle Nazioni Unite come quella di “una popolazione colonizzata appena al limite della sopravvivenza, con tutte le caratteristiche di una società del terzo mondo”. (12 novembre 1999)
(vedi: L'Olocausto dei Nativi Canadesi)
Sarebbe immininente la richiesta di arresto per il Papa dimissionario Benedetto XVI.

Secondo il sito ITCCS.ORG il Papa  cercherebbe l'appoggio dello stato italiano per la sua immunità presso il Presidente Giorgio Napoletano.


Come redazione del sito consapoveli dell'estrema  gravità delle accuse vorremmo  sia fatta piena luce su queste vicende nell'interesse delle vittime, delle persone coinvolte e per la credibilità  delle istituzioni che rappresentano.

La redazione.


 
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