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Così ho tentato di cantare:
Io voglio sapere se Cristo è mai stato creduto/ se l’evento è reale e presente, / se è venuto
e viene e verrà; / o sia appena un’invenzione/ per un irreale giorno del Signore/ di contro al
cupo/ giorno dell’uomo.
Io voglio sapere/ se veramente qualcuno crede/ e come è possibile credere: / se almeno i
fanciulli – avanti ogni cultura - / vedono ancora la faccia del Padre.
Io voglio sapere / se ci sono ancora gli assoluti / o se io sono sacerdote / di colpevoli
illusioni, / se è vero che saremo / finalmente liberi / se saremo ancora liberi / se saremo
mai liberi.
Io voglio sapere / se Cristo è veramente risorto, / se la Chiesa ha mai creduto / che
sia veramente risorto… Perché allora / non si libera della ragione / e non rinuncia alle
ricchezze / per questa sola ricchezza di gioia? Perché non dà fuoco alle cattedrali, / e
non abbraccia ogni uomo sulla strada, / chiunque egli sia, / per dirgli solo: “E’ risorto!” / E
piangere insieme, / piangere di gioia? / Perché non fa solo questo, / e dire che tutto il resto
è vano? / ma dirlo con la vita / con mani candide / e occhi di fanciulli.
Come l’angelo del sepolcro vuoto / con la veste bianca di neve nel sole, / così mia Chiesa
/ amata e infedele, / Chiesa che vorrei impazzita di gioia, / perché è veramente risorto.
E noi grondare luce / perché vive di noi: / noi questa sola umanità bianca / a ogni festa / in
questo mondo del nulla e della morte.