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I bambini scomodi.

In questi giorni il vulcano Popocatépetl nel sud del Messico ha cominciato a farsi sentire, e la cenere che lancia mobilità le popolazione stabilite nelle sue vicinanze. Ma non soltanto i fenomeni naturali scuotono l’attenzione, succede anche con i fenomeni sociali.

Il cortometraggio i “bambini scomodi” ha provocato parecchia discussione, in quanto l’interpretazione dei fatti delittuosi, di cui la società messicana è al corrente, è affidata appunto ai bambini. Sono costoro che interpretano la corruzione, la violenza, l’accattonaggio,  l’insicurezza sociale presente nel paese.

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Il fenomeno delinquenziale presentato senza mezzi termini, riscuote opinioni a favore e contrarie: c’è chi sostiene che non è corretto che i minorenni assumano ruoli come questi, e c’è chi dice che la realtà di ogni giorno non si può nascondere. Inoltre, alcuni settori si domandano, che cosa c’è dietro questo filmato? A chi giova? Ciò nonostante, alla fine una bambina fa un appello ai candidati alle prossime elezioni, e nelle sue parole spicca la frase: “se questo è il futuro che mi spetta, io non lo voglio”. L’America Latina oggi è di fronte a sé stessa, così com’è, con le sue vittorie e le su sconfitte, con i suoi bambini, che nonostante le brutture della vita, sanno ancora stare insieme, ridere, giocare, divertirsi.
Rosenda Martinez, responsabile di Nuestro México Futuro , e promotore del fimato,intervistata da Salvador Camarena dell’emittente messicana WRadio.