PDF Stampa

Il suo impegno contro la mancata revisione della sinistra, del PCI prima del PD poi in particolare, lo hanno visto autore di un manifesto-accusa contro quelle classi dirigenti che si sono attestate nella storia del nostro paese come invasori incuranti dei benefici del riformismo perché dediti alla presa del potere leninista che voleva un solo partito, una sola classe, una sola cultura. Questa classe dirigente, ancora con gli stessi uomini del passato, ha contribuito alla immobilità della vita democratica del Paese e deve presentare i suoi conti. Da tutto questo e in tutto questo Vittorio Stringi è testimone e ancora oggi riceve l’offesa dai cosiddetti vecchi compagni. Siamo all’assurdo, ma in Sicilia contro alcuni si sta verificando l’affondo alla libertà e alla coerenza.  Una vita così vissuta nel produrre una espressione lirica che alterna al ricordo, alla nostalgia, al viaggio dell’uomo, con un linguaggio che si rifà alla cultura del ‘900, non poteva non esprimere un verso originale, esemplare, rispetto una poesia scritta a tavolino. Ma non sempre è offeso dalle nubi il volto del cielo. E nel progredire delle cronache che si fanno storia viene puntuale il momento del filtro e dei bilanci. Ecco che il tempo torna, da galantuomo, a presentare in una con le carte dei percorsi e dei percorrenti, le pezze d’appoggio delle coerenze e dei valori. Sono le due voci sotto cui le più serie, qualificate e appartate critiche hanno inserito le loro testimonianze di analisti imparziali: valori e coerenze. E allora viene restituito dalla giustizia del tempo il riconoscimento dovuto al Poeta che ha opposto alla canea chiassosa delle congiure degli “affamatori” il proprio silenzio di isolato volontario. Gli vengono restituiti i diritti e le insegne, col riconoscere nel suo coerente gridare sottovoce lungo mezzo secolo di un oscurantismo che tuttavia non ha ceduto misure del proprio spazio dittatoriale, la voce della Verità che solo la nobiltà della Poesia e della grandezza di chi la scrive può testimoniare al mondo degli uomini. Non sono mai tempi di trionfi per un poeta vero, ma per Vittorio Stringi è il momento dell’essere riconosciuto come voce singolare e altissima della lirica italiana contemporanea, una lirica che va accostata alle più nobili tradizioni della letteratura creativa europea nello stesso momento in cui viene collocata in prima fila tra quella più vicina all’empatia universale. Questi riconoscimenti intercettano ampiamente ed obiettivamente le analisi critiche che alla produzione lirica stringiana sono state dedicate lungo i decenni della sua coerenza, fin dall’esordio con la nota di Alcide Paolini e i qualificatissimi consensi del conterraneo di Vittorio Stringi, lo scrittore Enzo Russo. Quindi, mano a mano, il crescere dei consensi esteso con spontanee constatatazioni e concorde ricognizion critiche e testimonianze sui meriti straordinari presenti nella poesia di Stringi, che da Sergio Mangiavillano a Mario Grasso a Claudia Pace, da Emilia Musumeci a Pietro Barcellona a ai significativi intrattenimenti epistolari con Giorgio Barberi Squarotti e Aldo Gerbino sono stati con puntuali ed esaustive annotazioni, espresse attraverso analisi scientifiche. In prefazioni e recensioni giornalistiche, confrontabili e contestualizzati di cui si può prendere visione attraverso la consultazione del sito www.vittoriostringi.it .