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* Il '900, o secolo breve, in Europa ha conosciuto da un lato il grande desiderio dell'umanità di liberarsi dalle miserie e dalle ingiustizie e, dall'altro la tragedia dei regimi totalitari, di matrice diversa, che ne hanno segnato la storia, condizionato interi popoli, tante intelligenze e provocato distruzioni, grandi lutti, immani tragedie.
* Se da un lato si può affermare che rispetto il totalitarismo di matrice nazi- fascista, il processo di rivisitazione culturale, politica, giuridica, istituzionale, nei singoli paesi e nel mondo è stato ampio (anche se la memoria va sempre tenuta vigile), dall'altro lato non altrettanto si può dire riguardo i regimi totalitari di matrice comunista, rispetto i quali stentano ad affermarsi, oltre che nella classe politica, nella cultura e nelle coscienze, riflessioni capaci di scavare profondamente sia sulle ragioni delle atrocità commesse, sia del loro fallimento e nei processi e rivisitazione delle idee che stavano alla base di quelle società.
* Nel dispiegarsi della storia, nel secondo '900, abbiamo assistito alla caduta di grandi utopie nate dall'idea comunista a cui avevano aderito imponenti masse di uomini e donne e tanta parte della cultura occidentale. In Italia fino al 1989 era presente il più forte partito comunista d'Europa. Alla caduta del muro di Berlino e alla implosione dell'impero sovietico non ha fatto seguito, come era auspicabile, una adeguata ricerca politica e culturale, ed una assunzione di responsabilità, sulle ragioni del fallimento di una utopia che ha animato centinaia di milioni di uomini e donne.
* In Polonia (che ha vissuto entrambi i totalitarismi) il Presidente Lech Kaczynski ha firmato l'emendamento al Codice penale (art.256) che vieterà oltre che “...la propaganda per regimi fascisti o per ogni altro regime totalitario o lancino appelli all'odio su basi nazionali, razziali, religiose .... ”, anche la propaganda e la diffusione dei simboli comunisti: la pena prevista è fino a due anni di carcere.
* Così come l'Italia, alla fine della Seconda guerra mondiale e alla sconfitta del nazi-fascismo, introdusse il divieto di apologia del fascismo, così ora altri paesi percorrono il loro cammino per fare tesoro del passato, imparare dalla storia.

Ci domandiamo: un fatto così importante può essere considerato alla stregua di una questione interna della Polonia ed essere fatto passare sotto silenzio, soprattutto nel nostro Paese, l'Italia, dove la cultura comunista ha avuto e, per certi versi continua ad avere, tanto peso? I politici ex comunisti e gli intellettuali di sinistra, non hanno niente da dire, o al massimo dichiareranno che è compito degli storici approfondire?
Noi pensiamo sia il caso di non stendere nessun velo sulla notizia perché avvenimenti di questa portata interrogano la coscienza di ogni persona, tanto più quando si hanno responsabilità politiche e dovrebbero fare riflettere tutti coloro, comunque collocati, hanno a cuore il destino dell'uomo e la ricerca costante della verità. Non si tratta tanto e solo di approvare e solidarizzare con i polacchi, quanto piuttosto di aprire, anche in Italia, più e meglio di quanto non sia stato fatto in passato, un processo che faccia davvero i conti con la responsabilità di tanta parte della sinistra ed aprire una stagione davvero feconda per il Paese.

Vittorio Stringi.