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Da Adital

15.05.13 - Brasil

Grandi Eventi ed Indigeni
(Povos Indígenas e o governo)

Egon Dionísio Heck

Assessor do Conselho Indigenista Missionário (CIMI) Mato Grosso do Sul

Il governo si prepara a grandi eventi.

Il pallone sta per essere calciato. La Coppa delle Confederazioni alle porte. Il Papa in arrivo. La Coppa del Mondo nell’area di rigore. Le Olimpiadi all’orizzonte. Il Governo si muove su questo piano. E’ in questi mega-scoli che andrà il prezioso denaro del popolo. Ma è nel campo dei grandi coltivatori, dell’agro-business che si sta definendo il gioco contro gli indios, le riserve indigene e le risorse naturali (legname, minerali, ecc.). E il Governo ha deciso di rafforzare la squadra avversaria. Lo faceva già da tempo. Lula faceva credere di difendere gli indios, ma faceva auto-gol. Dilma è entrata senza scarpe! Perché perdere tempo ad ascoltare gli indios, delimitare le loro terre? La squadra giusta è quella dell’agro-business. In questa bisogna scommettere. Sono loro i padroni del pallone.

Prepararsi per i grandi eventi non è solo mantenere gli impegni a creare infrastrutture, stadi, trasporti veloci dagli aeroporti agli stadi, sicurezza… E’ anche garantire i diritti umani, rispettare la Costituzione, delimitare le terre degli indios (il cui impegno è scaduto da più di 20 anni), è governare secondo la legislazione internazionale che il Brasile ha firmato come la Convenzione 169 della OIT, della Dichiarazione dei diritti degli Indios dell’ONU, ecc.

Scabroso

Uno sguardo più attento ci rivela uno scenario scabroso. Si ha l’impressione che il Governo stia aggiungendo qualcosa alle grandi competizioni ed eventi: chi sono i più grandi genocidi degli ultimi decenni. Pare che il Governo abbia già scelto i suoi candidati, nei quali investe massicciamente. Agro-business, imprese minerarie e petrolifere sono già in campo. E’ la realizzazione dell’olocausto di 100milioni di indios nelle Americhe in poco più di 500 anni. Più di 5 milioni appartenenti a più di 5mila popoli sono stati sacrificati sull’altare del progetto coloniale in Brasile e continua a compiersi ogni anno.

Inedito

Osservando gli ultimi 40anni della FUNAI (organo di Governo a tutela degli indios), notiamo vari momenti di insoddisfazione dei funzionari, specie quando colpiti da misure politiche di licenziamento per aver difeso gli indios  e contrariato gli interessi del Governo. E’ il caso, per esempio, della dimissione di 39 funzionari, nel 1980, da parte dell’allora Presidente della FUNAI, colonnello Paulo Moreira Leal. Adesso viene annunciato un intervento della Presidente Dilma, la Camera dei Deputati ha già approvato una Commissione d’inchiesta. A chi interessano queste iniziative? Ciò che è inedito è la manifestazione dei funzionari contrari alla aggressione dei diritti degli indios, che arrivano da vari poteri, specialmente dallo stesso Governo, che dovrebbe rispettare la Costituzione facendo delimitare le terre indigene e non il contrario. “Noi, funzionari della FUNAI, ripudiamo la maniera nella quale l’attuale Governo tratta i popoli indigeni, e, di conseguenza, la stessa FUNAI, nel non rispettare le sue competenze legali per la promozione e difesa dei diritti dei popoli indigeni, soprattutto riguardo ai processi di delimitazione delle loro Terre” (Brasilia 10.05.2013).

L’attuale progetto di Nazione non vale per i popoli indigeni, dice Gersen Baniwa, indio e dottore in antropologia: “Un progetto indigenista passa attraverso l’esistenza di un Progetto di Nazione del Brasile. Quando osserviamo la difficile situazione di vita dei popoli indigeni a causa delle violazioni continue dei loro diritti fondamentali, come il diritto al territorio e alla salute, possiamo credere che o il paese non ha ancora definito il suo progetto di nazione; o lo ha già definito e in questo progetto non c’è posto per i popoli indigeni”

(Daiane Souza/UnB Agência, abril 2013)

Povo Guarani Grande Povo

Cimi (=commissione indenista missionaria), Brasilia, 15 de maio de 2013