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Sarà ancora Natale per i cristiani ?

Davanti alla cattedrale saluto tutti, nessuno risponde. Barba, sandali, jeans non ispirano fiducia. Ho l'aspetto di un barbone? Mi siedo in fondo, nella penombra, dove mi raggiunge un tipo, che borbotta: “Tanto, noi, qui, non contiamo molto!”. Parla ad alta voce, felice di aver incontrato un collega. Tutto eccitato, vuole vedere a cosa assomiglia una messa di mezzanotte. Mi racconta che sua madre, facendo il presepio e non trovando la statuina del bambinello, ha schiodato il crocifisso appeso alla parete e lo ha messo nella culla su un cuscino di fiori. Ha spezzato la croce e l'ha buttata nel fuoco, dicendo : “Basta, basta croci! Né la tua né quella di tanti poveri cristi come te...!”.

Teodoro non si preoccupa del devoto silenzio, che invade la navata. Più volte siamo invitati al raccoglimento. E lui, scoppiando a ridere: “Ma è Natale! Non lo sapete? Natale è questo!”. Al “Gloria” si mette a cantare con entusiasmo. Io l'accompagno a pieni polmoni. Nessuno canta. Che importa? Noi due riempiamo le volte della cattedrale. Siamo felici, siamo amici. E' il nostro regalo di Natale.

Le letture, i tempi morti non sono entusiasmanti. Quando il curato inizia la predica, Teodoro esclama: « Merda! che delusione… » Si alza, mi stringe la mano e se ne va. Lo inseguo. Sulla soglia della cattedrale un mendicante ci stende la mano. Elegante, camicia bianca, trema. S’è vestito così per apparire più degno, con il rischio di beccarsi una polmonite? Lo consigliamo: “Entra, dentro è riscaldato”. “No, no, il prete è capace di proibirmi di chiedere l'elemosina...”.

Ci rifugiamo nel tepore di un bar. Ordiniamo un cognac. Anche qui il prete, alla TV, fa la predica di mezzanotte. Teodoro contempla il bicchiere e sorseggia. Sembra sconvolto. Mormora : «Quel prete è un coglione! Tu capisci quello che dice ? Parla e non dice un bel niente. Perché i preti non parlano come tutti? »

Era la prima volta che entrava in una chiesa. Cercava un po' di calore umano nel ricordo della fede di sua madre. Ma i parrocchiani non l'hanno accolto. Dopo duemila anni non hanno avuto il tempo di imparare l'ABC del messaggio divino?
Poi mi parla dei suoi sogni, le sue frustrazioni. Disoccupato, non interessa a nessuno.
Ed io ho l'impressione di sentire il grido dell’umanità, il clamore di tutti i disperati, coloro con i quali il figlio di Dio, nella natività, si è identificato.
Teodoro è della razza dei pastori. E’ venuto in chiesa per sentirsi dire : « Voi, poveracci, non avete niente da spartire con noi ».  Ed io non sono affatto fiero di appartenere a questa religione.

Dopo un momento di silenzio, si alza e fa la sua predica : «Io vorrei essere prete. E direi : «Bambini: guardate che siete adulti! Osservate la persona al vostro fianco. Questo è il Natale!”»

Con l’aiuto di qualche bicchierino di cognac, lui, l’ignorante, l’inutile, lo spregevole, senza saperlo, ha riassunto il messaggo di Cristo. Allora mi viene il coraggio di chiedergli : « Se tu fossi parroco, se tu fossi papa, che cosa faresti ? ».
Risponde di getto : «Obbligherei tutti i curati a mettere  mendicanti al caldo nelle loro chiese e a chiedere l’elemosina nel tempio».

Non occorre una laurea in teologia per conoscere l'amore. Dal fondo della sua sofferenza, Teodoro è entrato nello spirito di Dio.

Non ho detto aTeodoro che sono prete. Di fronte ad una fede così semplice, così autentica, mi vergogno della mia corporazione. Cristo è nato in una stalla per dare ai poveri il gusto, la gioia di vivere. Il natale ha lo scopo di ricordarci questa verità così elementare. Nel vangelo, ad ogni piè sospinto, Cristo sta dalla parte dei poveri in maniera incondizionata, perché è venuto sulla terra per far sì che ricevano una vera buona notizia. Attraverso il suo esempio, Dio invita tutti a fare lo stesso. La missione di Cristo è questa: mettere i poveri nel cuore della propria vita. E' semplice, chiaro, netto. Non c'è dubbio. Non c'è vera Chiesa, non c'è gerarchia credibile se il povero non è al centro della sua dottrina, dela sua vita. Non serve preoccuparsi troppo per le leggi, prescrizioni, dogmi. Basta imparare a guardare i propri fratelli, gli esseri umani nelle loro sofferenze, esclusioni, miserie, per illuminare la loro vita, donare loro la gioia di vivere, risuscitare in loro la vita. Essere per loro, in ogni momento, una buona novella sempre nuova attraverso miliardi di esemplari. Questa è la vita cristiana. E anche il Natale.