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Hai mai provato a sopravvivere non vivere?

Cosa si prova?

Ce lo  dicono i minatori della Serra Pelada, I DANNATI DELL'ORO

L’«Eldorado» più leggendario, la Serra Pelada, montagna nuda, nello stato del Parà, Brasile. Un cratere, una moltitudine di disperati, molte leggende. Le talpe umane scavano, in saccano, trasportano, triturano, setacciano. Un campo di battaglia o un for micaio umano? Alle cinque del mattino l’alveare è un brulichio di puntini neri, che vanno e vengono, su e giù per scale posticce. Gli uomini si dividono in bamburrados (fortunati) e blefados (beffati). Chi arricchisce di colpo, diventa matto. Un fortunato requisisce il cabaré, ordina a quelle donne di svestirsi, le innaffia di birra e le “veste” di banconote da centomila. Il gioco è prendere i soldi con la bocca, le mani legate dietro la schiena.


Saldo della miniera? 31.500 chili di oro. «Briciole! Duecento barrancos (lotti) daranno dieci/venti tonnellate ciascuno».

L'80% delle formiche, ex-contadini espulsi dalla terra, sono approdati su questa zattera come naufraghi. E la ten gono stretta a costo di morire. Non hanno più nulla da perdere. In un giorno qui si guadagna quello che si guadagnerebbe in un mese nei campi. «Li hanno presi per il naso con una Riforma Agraria fantasma. Han dato loro un pezzetto di terra dove neanche gli animali selvatici sopravvivono. Questa gente non la ferma più nessuno. Che differenza fa morire di fame o con una pallottola nella testa? ».

Poi sono arrivate le famiglie: una città alla far-west dove non manca neppure la chiesetta. Fratel Abel, ogni sera intona il rosario. Su una parete è rimasto il ricordo innocente della festa del papà: un disegno con la scritta «Papà, tu vali più di tutto l'oro del mondo!»
(Vedi versione completa del testo.)